Fabrizio Uliana

Nota biografica – Fabrizio Uliana
Nato e vissuto a Roma fino al 1969, si è trasferito in Veneto con la famiglia,
vivendo successivamente a Venezia per 25 anni. Dal 2020 risiede a Parigi.
Da sempre interessato ai diritti umani e civili, con particolare attenzione ai
minori e alle persone con disabilità, si è laureato in Servizio Sociale e ha
conseguito due diplomi Master: uno in “Immigrazione, Fenomeni Sociali e
Trasformazioni Sociali” e l’altro in “Euro-progettazione”. Ha lavorato
nell’ambito della progettazione e gestione di servizi sociali per il privato sociale
ed è stato presidente dell’Associazione LILA di Venezia. Dal 1982 al 2019 ha
ricoperto il ruolo di direttore del Servizio Sociale per il Ministero della Giustizia.
Affascinato fin da bambino dagli album di famiglia, ha iniziato a fotografare
negli anni ’60 con una Instamatic del padre. La sua formazione fotografica è
stata prevalentemente autodidatta.
Dal 1999 è socio del Circolo Fotografico “La Gondola”, partecipando a
numerose esposizioni collettive. Nell’archivio del circolo vi sono catalogate circa
150 fotografie. Dal 2005 al 2009 è stato uno dei quattro curatori della Galleria
Fotografica “Al Bacaro” (Venezia – San Marco 1345).
Per lui, fotografare è avere un’idea e strutturarla in un progetto che deve
riuscire a comunicare, possibilmente stupire e interrogare, indipendentemente
dal mezzo utilizzato. Ha sempre nutrito un particolare interesse per autori che
hanno saputo interpretare la fotografia con grande creatività, come i fratelli
Bragaglia, Luigi Veronesi, Man Ray, André Kertész, Franco Fontana e Nino
Migliori.
Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e in Francia; sue immagini
sono pubblicate su libri, riviste e siti web.
I suoi progetti fotografici nascono dall’osservazione della realtà, talvolta
mettendo in luce aspetti nascosti o poco considerati.
Quelli a lui più cari sono stati il reportage sociale e l’amore per Venezia.
A tal proposito ricordiamo:
C’è qualcosa che non va… (2002-2008)
Reportage sulla ex falegnameria Miani di Treviso, trasformata tra il 1999 e il
2001 in un rifugio di fortuna per migranti.
L’ex-Miani fino al 2001 era una falegnameria abbandonata situata in pieno centro di
Treviso, a due passi dalla stazione ferroviaria. Costituita da edifici diroccati, è stata
sgomberata e murata più volte prima del definitivo abbattimento.
Il suo edificio principale aveva un’unica “entrata”: un buco nel muro che portava a stanze buie,
illuminate solo da feritoie nel soffitto sconnesso, da cui filtravano pioggia e vento.
In assenza di interventi da parte delle autorità, l’ex-Miani ha di fatto funzionato come
un centro di accoglienza spontaneo, ospitando tra le 20 e le 80 persone, tutte in
possesso di regolare permesso di soggiorno. Uomini invisibili per la città, lavoratori
senza casa. D’inverno si moriva di freddo; d’estate pullulavano zanzare e pantegane.
Per il sindaco di Treviso di allora non esistevano.
Les Bleus Vénitiens (2010-2012)
Un progetto nato quasi per caso, nel Natale del 2009, quando amici francesi gli
chiesero di mostrare loro i suoi scatti su Venezia.
Ho sempre esitato a fotografare Venezia: appartenendo a un gruppo fotografico che,
nel passato e nel presente, è stato frequentato da grandi professionisti che hanno
immortalato questa città (Paolo Monti, Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter,
Francesco Barasciutti, per citare i più noti), temevo di ripetere immagini già viste.
dalla presentazione di Manfredo Manfroi. Presidente del Circolo La Gondola, maggio
2010:
“…
Lo sguardo dell’Autore si propone con un taglio classico, senza virtuosismi e con
grande padronanza del mezzo tecnico, cercando di contemperare l’oggetto
dell’immagine con lo spirito creativo. Tutto, nelle fotografie di Uliana, assume una
suggestione fiabesca, un’aura speciale che ci rimanda in fondo alla vera essenza di
questo luogo, sognato e amato da tutti anche da coloro che non l’hanno mai potuto
visitare ma di cui grazie alla fotografia, anche a quella di Fabrizio Uliana, possono
assaporarne un frammento, un’impressione. Non è cosa da poco.”
Venezia, Vela, Colori (2013, 2017)
Nasce da un colpo di fulmine per le vele al terzo, avvenuto nel 1995 dalla cima
del campanile di Torcello.
Quando nel 1995 mi sono trasferito a Venezia, una delle prime gite “fuori porta” mi
ha portato a Torcello.
Dalla cima del campanile sono rimasto incantato dalla vista di alcune barche con le
loro vele colorate. Era la mia prima scoperta delle vele al terzo. Da quel momento è
nato il desiderio di fotografarle, realizzandolo nel 2012 grazie alla disponibilità degli
amici dell’Associazione Vela al Terzo, che mi hanno accolto a bordo delle loro
imbarcazioni.
Venezia Anamorfica / Venise Anamorphique (2023)
Da una lettere di un amico filosofo veneziano (R.B) all’autore:
“Caro Fabrizio, in un mondo così bizzarro… dove il BIZZARRO imperversa, nemmeno
per un attimo “Venezia anamorfica” finisce in quel settore della mia biblioteca, dove
per età e quindi più vicino al CLASSICO, metto LA GIOCONDA CON I BAFFI e anche
PICASSO con quel GUERNICA che riesce a far dimenticare GUERNICA più di tutta la
storia che si studia invano per capire LA COSA.
Perché (come il QUADRATO NERO di Malevici) questa Venezia è viva, perché
comunica la PAURA.
Primo perché, dicono gli scienziati, ABBASSARE la temperatura ormai è tardi e
Venezia finirà sotto acqua, ma poi perché, come in un passo dell’ANTOLOGIA di
SPOON RIVER, i morti ROVESCIANO LA REALTA’ ai vivi che guardano. E il libro inizia
con il famoso DOVE SONO? UBI SUNT?
Qui ci sono i vecchi palazzi, ma DOVE SONO tutti i veneziani che gli hanno abitati?
ECCO, tornano come fantasmi e vedono questa Venezia sconvolta non da particolari
eventi del clima ma dal TEMPO. Ma non il tempo che INCARTAPECORISCE i vecchi
dell’ultimo libro di PROUST, ma quello che, come nelle tue fotografie, segna la quiete
dei canali sonnolenti in FIUMI IMPETUOSI, fino al paesaggio più inquietante del canale
in cascata dove precipita una gondola.
Se TORNASSE il GOLDONI farebbe parlare i due leoni veneziani finali facendogli dire:
ADESSO CHE ZAIA DEVENTERA’ SINDACO DE VENISSIA,
L’IMPIANTERA’ TUTTI I ANGOLETI LIBERI DE PROSECCO …
Ma il resto è Stravolgimento, MAELSTRUM, come dice qualcuno nell’introduzione.
Stravolgimento velocità, pezzi che volano.
Ecco il visionario che vede le forze che agiscono sotto delle tranquille apparenze. E
siccome questa arte è CONTAMINANTE, io ti corrispondo con dei cartoncini, dove
riporto ciò che di DANTE io vedo da anni a VENEZIA. Non tanto il solito ARZENA, ma
le BARCHE … e con le barche sei subito nell’INFERNO.”
Per vedere tutte le immagini dei progetti citati e altre produzioni:
www.ziobrafi.it
Associazione Fabrizio Uliana
Forte Marghera, Via Forte Marghera, Venezia, VE, Italia |
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335.8785773 | |
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